<<L’enoteca nasce nel 2001>>. Così, di consueto, si comincia a rappresentare la propria storia. In realtà, per raccontarvi di Vino Veritas dobbiamo iniziare dall’assunzione di un ragazzo in un’enoteca, dalla sua prima degustazione e di come questa sia stata solo un minuscolo primo passo; neanche Giuseppe Lisciandrello sapeva, in quel momento, verso quale direzione. Conservando moltissimo di quel ragazzo, modi affabili e un’innata e indispensabile curiosità, Giuseppe è oggi punto di riferimento del mondo vino e gestore dell’unica realtà siciliana contrassegnata dai tre cavatappi del Gambero Rosso.
La Storia

Vino Veritas, la prima realtà
Il 2001 è l’anno in cui Giuseppe apre la sua prima enoteca a Palermo, in via Sammartino 29. Reduce da dieci anni di esperienza in una storica enoteca palermitana, la prima realtà è un manifesto programmatico, vuole essere un centro propulsore per la cultura del vino. Una scelta temeraria da fare nel capoluogo siciliano, città delle contraddizioni, dove la cultura e la grinta per il mondo del vino sembrano ancora dormienti. In seguito, amanti del vino diventano clienti assidui; i clienti assidui, amici. Oggi, proprio loro, parlano di un’atmosfera magica, dell’equilibrio tra la solennità di una vecchia enoteca e un’aria quasi di casa che mette a proprio agio.
Seconda, solo in ordine di tempo: Via Boris Giuliano 22
In Sicilia, gli ingredienti “curiusi” sono quelli meno popolari. Vengono così definiti per il loro "suscitare un’irrefrenabile curiosità". In una Palermo un po’ più grintosa, nel 2011 la seconda enoteca in Via Boris Giuliano 22 è la prima a muovere l’idea di accompagnare il vino con piatti caldi, ma anche di proporre ingredienti ricercati, quelli che stuzzicano l’ospite prima perplesso e poi piacevolmente sorpreso dai sapori nuovi e non comuni. "Piemonte" diventa così un ibrido: Proposte semplici, per i puristi, o abilmente abbinate dallo chef Daniele Scarlata per chi ama catapultarsi in dimensioni culinarie più coraggiose. A far da padrone è sempre il vino, con una scelta altrettanto ampia e variegata.


Il restauro del primo progetto
Dopo quasi vent’anni, è il turno di nuovi progetti, realizzati con la consapevolezza di cosa rappresenti il vino per Giuseppe e per il mondo enogastronomico, crogiolo di esigenze in continuo cambiamento. La prima enoteca cambia volto, si avvicina a dette esigenze ed all’intenzione del suo patròn di mostrare il vino con sue novità nella sua storicità. Diego Emanuele, architetto e amico, traduce strutturalmente queste idee: una composizione da scoprire progressivamente, intima, raccolta. Una cucina a vista, piccola, ma che riesce, grazie allo chef Angelo Gervasi, ad esprimere la sua vocazione internazionale.
Dalla bottiglia al sogno: l’azienda agricola
Tornare, più grandi, alle radici. È accaduto che il traguardo non è stato semplicemente l’addizione di varie esperienze, ma la premessa per andare in fondo alla natura delle cose. Tra San Cipirrello e San Giuseppe Iato, oggi Giuseppe Lisciandrello il vino lo produce. L’azienda agricola ritaglia una parte delle colline, luoghi romantici e contesi per secoli da antiche popolazioni. Assaggiare un acino è sentire ciò che la terra ha da dire, ascoltare ciò che la vigna, vecchia amica, ha da esprimere. Camminare tra le vigne non è più dunque una visita, ma un’emozione.
